Un giorno, sul tavolo di una cucina di una comunissima abitazione di una comunissima famiglia, un fazzoletto di carta ed una gocciolina di acqua iniziarono a dialogare del più e del meno. Discorsi del tipo :” Fazzoletto, ma a te non fa schifo il lavoro che fai? Pulire gli altri dalle loro impurità.” fazzoletto risponde con tono offensivo: “Gocciolina mia, e cosa devi fare è la dura e ripetitiva realtà del mio ciclo “vitale”, ma a differenza tua io posso essere riutilizzato più e più volte grazie al processo del riciclo. Tu invece non solo puoi diventare impura, ma è grazie a me che quando un’essere umano piange non si bagna del tutto…tra l’altro, scusa se te lo dico ma tu non riuscirai mai a distinguerti tra miliardi di miliardi di gocce di acqua che ci sono sulla faccia della terra.”
Il discorso e le accuse di Fazzoletto andarono avanti per parecchio dato che Goccia rimase impietrita. Era diventata cosi rossa dalla vergogna che raggiunse la temperatura di ottantacinque gradi lì, lì per evaporare, ma fortunatamente si calmo’ e ragionò su quale risposta potesse dare a Fazzoletto. Ci pensó per ore e ore, fino a quando riuscì a dirle: ” Vedi caro pezzettino di carta,la mia era solamente una domanda;
Io sarò anche una tra tanti, ma è anche grazie a me che si riesce a creare nuova vita dando la possibilità di far crescere piante ed alberi da cui si ricava la cellulosa che ti compone al 99.9 percento. E poi caro Fazzoletto anche io posso essere depurata e ritornare limpida come lo sono ora.” Il Fazzoletto si zittì e capì subito di essere stato troppo rigido ed offensivo con la Gocciolina a tal punto da avvicinarsi a lei per abbracciarla e chiedergli scusa…
Gocciolina non accettò subito il contatto…ma accettò pian piano cosi che fazzoletto procedette scusandosi più e più volte.
Distratti dell’attimo, Fazzoletto ingenuamente si squarciò perché ammorbidito dalla gocciolina, lasciando in lui un enorme buco centrale. La gocciolina perse molti liquidi di se, diventando più piccola perché assorbita dalla materia dell’abbraccio. Fazzoletto si rese conto dell’errore fatto ma gocciolina lo tranquillizzò dicendogli : “Stai tranquillo, ho apprezzato tantissimo il tuo gesto, non disperarti e ricorda che tu possiedi tutto il resto della superficie.”
“E tu?” Rispose Fazzoletto
“Ed io ritornerò quella che ero prima solamente unendomi agli altri”. Rispose Gocciolina
Fazzoletto non esitò un’attimo a prendere Gocciolina con i suoi lembi, consapevole che si sarebbe logorato ma facendo così in fretta da non assorbire Gocciolina, buttandola in fretta e furia all’interno di una bottiglia piena di acqua.
Fazzoletto ne usci poco logorato, consapevole di essere stato prima un pessimo Amico rinfacciando la sua utilità…poi, un’ottimo esempio di concretezza e di umiltà nell’aiutare Gocciolina a ritornare quella che era prima.
Da allora, quando si piange, il Fazzoletto rimane l’unica cosa che eliminerà momentaneamente la tua disperazione dalla faccia, forse facendoti tornare anche solo per un’istante un sorriso.
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