Ci sono giorni in cui tutto è fermo. Le nuvole nel cielo, i fili d’erba a terra, le foglie sugli alberi. Ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, occupa immobile il posto che le è stato consegnato all’inizio del tempo. Anche la tua vita sembra ferma, la tua mente è atrofizzata, sei in apnea. Esci e cammini senza meta; anche la vita, quella vera, quella che ha preceduto le grandi invenzioni dell’uomo, tace soffocata. Poi però, all’improvviso, soffia il vento. Sulla tua schiena salgono i brividi, i capelli si scompigliano, ti stringi nel cappotto, ma dopo un primo momento di stupore, inspiri; l’aria fresca ti entra nei polmoni, ti sveglia, ti libera. Respiri. Allora guardi il cielo osservando le nuvole che si muovono, che si trasformano come delle abili attrici che cambiano abito in attesa del secondo tempo. Guardi a terra e vedi quei fili d’erba che giacevano come un semplice tappeto, vibrare come corde di violino. Guardi gli alberi che si piegano, le foglie che, cadendo, iniziano una danza leggera accompagnate dalla brezza che le sostiene e le fa volare lontano. Sorridi. Sorridi perché, nonostante il cemento che la copre e la circonda, questa vita non rinuncia a lasciare senza fiato l’umanità che è spettatrice del suo spettacolo e lascia al vento l’arduo compito di esserne il regista. Colui che dà il via alla prima scena, colui che suona la prima nota, colui che esegue il primo passo. Adesso, la tua mente è libera, può tornare a viaggiare in posti sconosciuti, la tua vita ha ricominciato a muoversi. Continua a camminare, Caro Artista, torna a creare; comincia a scrivere una nuova sceneggiatura per il tuo futuro. Scommetto che sarà sconvolgente.
Con affetto, per sempre tua,
Fantasia
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